Codice Identificativo Regionale: cos’è il CIR e come si ottiene
1 Settembre 2023
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Dal 25 Marzo 2023, è stato istituito l’obbligo per tutti i proprietari di strutture ricettive o affitti brevi, di inserire il Codice Identificativo Regionale nel sito web delle strutture ricettive e all’interno delle OTA. Facciamo chiarezza su cos’è il CIR, come si richiede e come dichiararlo nei portali di vendita online.
Il CIR – Codice Identificativo Regionale – è un codice alfanumerico associato alla struttura ricettiva, che serve per comunicare ufficialmente l’inizio dell’attività, e riguarda anche gli affitti brevi di appartamenti con contratto di affitto ad uso turistico (che operano senza obbligo di Partita Iva). La normativa sul Codice Identificativo Regionale è contenuta nella legge n°58 del 28 giugno 2019.
Come esplicitato all’Art. 13 – quater, comma 7:
“I soggetti titolari delle strutture ricettive, i soggetti che esercitano attività di intermediazione immobiliare e i soggetti che gestiscono portali telematici, mettendo in contatto persone in cerca di un immobile o porzioni di esso con persone che dispongono di unità immobiliari o porzioni di esse da locare, sono tenuti a pubblicare il codice identificativo nelle comunicazioni inerenti all’offerta e alla promozione”
Di conseguenza, in base a questa normativa il proprietario di una struttura ricettiva che mette in vendita online una o più stanze o l’intera proprietà attraverso il suo sito web o un portale di vendita, è tenuto a riportare il CIR. Anche se gestisce la sua struttura ricettiva in forma non imprenditoriale.
Attraverso il Codice Identificativo Regionale le strutture entrano a far parte della apposita banca dati delle strutture ricettive, istituita dal Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo.
Non c’è chiarezza assoluta su come si ottiene il codice CIR, di conseguenza è utile rivolgersi agli enti territoriali competenti per avere istruzioni chiare su come richiederlo.
Dal momento che le modalità per ottenere il codice non sono ancora definite in maniera chiara e univoca, il nostro consiglio è di rivolgersi agli enti preposti della propria regione per ricevere informazioni accurate su come ottenere il codice identificativo.
Infatti tali modalità possono variare in base alla Legge Regionale. È quindi ancora più importante comprendere attraverso gli enti territoriali quali sono le giuste modalità di richiesta, soprattutto se si possiedono diversi appartamenti locati in varie regioni e non si vuole incorrere nel rischio di non avere il CIR.
La normativa si esprime chiaramente su questo tema. I titolari di strutture ricettive o coloro che svolgono attività di intermediazione immobiliare (Property Manager), sono tenuti a inserire il CIR. L’inosservanza di tali disposizioni comporta sanzioni che vanno dai 500 ai 5000 Euro. Inoltre, se la violazione viene reiterata la sanzione pecuniaria è raddoppiata.
Per una gestione ottimale e conforme alle norme, è essenziale familiarizzare con il portale alloggiati e la nuova procedura di accesso alloggiati web, che facilita la comunicazione dei dati degli ospiti alle autorità locali. Un Business Plan B&B ben strutturato può aiutarti a gestire meglio la tua struttura ed evitare possibili sanzioni.
Come anticipato, l’obbligo di inserire il Codice Identificativo Regionale scatta quando la struttura ricettiva viene pubblicizzata in un annuncio online. Per questo motivo, anche nei listings presenti sulle OTA è necessario dichiarare il Codice Identificativo Regionale della struttura.
Octorate si è adeguata alla normativa e ha previsto un’opzione per semplificare la dichiarazione del CIR: puoi inserire il codice identificativo regionale della tua struttura attraverso l’apposita sezione presente nel dettaglio della tua camera, oppure puoi inserire lo stesso codice anche nei portali.
Il Codice Identificativo corrisponde all’attività registrata. Di conseguenza, se ho un appartamento con 2 o più annunci relativi alla stessa casa vacanza, avrò bisogno di un solo CIR affitti brevi.
Il codice identificativo regionale è stato istituito con lo scopo di promuovere un turismo più trasparente, come si legge al comma 4 articolo 13-quater della legge sopracitata: “Al fine di migliorare la qualità dell’offerta turistica, assicurare la tutela del turista e contrastare forme irregolari di ospitalità”.
Il Codice Identificativo Regionale quindi, permetterà di:
- Contrastare l’evasione fiscale, verificando chi è in regola;
- Controllare il corretto versamento della Tassa di Soggiorno nei comuni in cui è prevista, come ad esempio la tassa di soggiorno a Firenze;
- Favorire le strutture ricettive che agiscono con trasparenza.
💡Cos'è il cir?
🟩Come ottenere il codice identificativo per affitti brevi?
Dal momento che le modalità per ottenere il codice non sono ancora definite in maniera chiara e univoca, il nostro consiglio è di rivolgersi agli enti preposti della propria regione per ricevere informazioni corrette su come ottenere il codice identificativo.
💫Cosa succede se non ho il Cir?
I titolari di strutture ricettive o coloro che svolgono attività di intermediazione immobiliare (property manager), sono tenuti a inserire il CIR. L’inosservanza di tali disposizioni comporta sanzioni che vanno dai 500 ai 5000 Euro. Inoltre, se la violazione viene reiterata la sanzione pecuniaria è raddoppiata.
🐙Come inserire il Codice Identificativo su Airbnb o Booking?
L’obbligo di inserire il Codice Identificativo Regionale scatta quando la struttura ricettiva viene pubblicizzata in un annuncio online. Per questo motivo, anche nei listings presenti sulle OTA è necessario dichiarare il Codice Identificativo Regionale della struttura.
Octorate si è adeguata alla normativa e ha previsto un’opzione per semplificare la dichiarazione del Cir nei listings: puoi inserire il codice identificativo regionale della tua struttura attraverso l’apposita sezione presente nel dettaglio della tua camera.
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Giulia Ciullini
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